NICE VENICE

Mi sono accorta, risistemando le gallerie per il rinnovo del mio sito, che ho pile di fotografie di Venezia, ma che in realtà le do quasi per scontate.

La città considerata tra le più belle del mondo, si trova a circa un’oretta di treno da me.

Venezia è una città particolare. Indipendentemente dalla sua storia e dal fatto che si trovi su isole rinforzate da pali di legno subacquei, cosa che la rende già estremamente interessante, è una città che tollera ogni anno milioni e milioni di visitatori.

Si può dire che non ci sia un periodo dell’anno in cui l’ho vista, durante le ore di luce, vuota o deserta.

A chi piace, e non sono fra questi, il carnevale di Venezia è un evento memorabile. Maschere di un’indescrivibile eleganza che sfilano tra la folla, lasciandosi fotografare da tutti e ricordano il passato sfarzoso della Serenissima.

Ma Venezia ha molte facce.

La mia fortuna sta nella vicinanza. Poterci andare di notte, di pomeriggio, di mattina mi ha fatto assaporare dei volti nuovi di questa città che da ragazzina ho sempre vissuto come gli altri turisti: piazza san Marco, piccioni, vaporetto, stazione, ciao.Immagine

Anzi, a volte si camminava fino all’ex dogana per godersi il paesaggio dalla Madonna della Salute.

Questo aspetto va sottolineato: se andate a Venezia, amici di tutto il mondo, non prendete taxi, Vaporetti (ormai sovraffollatissimi anche se effettivamente molto funzionali), camminate. Scarpe comode e perdetevi nella città. Se siete fortunati e vi perdete bene, potreste finire addirittura in un bar di Veneziani!

Ogni piccolo ponte, lampada, addirittura le insegne dei ristoranti e dei negozi più antichi, ha una storia.

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La città s’è adattata ad accogliere il tremendo flusso di turisti che ogni giorno invade le piccole calli e che “usa” la città.

ImmagineRistorantini e bacaretti hanno conservato il fascino dell’ “OSTARìA” ma accolgono con prezzi ragionevoli tutti i turisti.

Piazza san Marco è talmente bella che toglie il fiato, anche quando è piena di gente.

A volte penso che la gente la valorizzi quasi, o almeno lo pensavo finchè non l’ho vista di notte.

Ci sono persone di tutti i tipi: marinai in licenza, famiglie che si fotografano con i piccioni, comitive con gli ombrellini colorati, turisti che si fanno prendere 5 euro per un caffè allo splendido caffè florian, dove ogni giorno l’orchestra elegantemente suona anche sotto il sole cocente, gente che fa lunghe code interminabili a Palazzo ducale e alla Basilica.

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La piazza vista dai portici di fronte alle procuratìe è estasiante. Ogni volta che ci vado, notte o giorno che sia, le geometrie e le prospettive di quel posto mi conquistano.

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Eppure sono una persona che ama lo stile sobrio e compatto del romanico, come può piacermi questo tripudio di volte, archi e statue? Il loro rincorrersi per tutta la piazza fino all’orologio dei mori, mi ipnotizza. Ogni volta immagino questi signorotti e questi dogi che passeggiano vestiti con drappi pregiati sotto il portico.

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Ma le cose belle di Venezia, giuro, non sono queste. Di fronte a San Marco, nell’isola immediatamente davanti al ponte dei Sospiri, c’è l’isola che contiene una delle più belle chiese che conosco. San Giorgio Maggiore. Mi piace, oltre al bellissimo campanile, la facciata bianca splendente, le barche appena fuori della chiesa. L’interno, come non ci si aspetta avendo visto altre chiese veneziane, è luminoso, fresco e sobrio. Il coro in ebano sembra l’unica cosa che ricorda lo stile delle città.

ImmagineUltimamente ho visto anche un altro frammento che mi mancava: la collezione di Peggy Guggenheim. Arte moderna, in una casa che si affaccia direttamente sul canal grande. Oltre a sculture e quadri che non ho i mezzi per capire, alcuni pezzi che ho amato come L’impero delle luci di Magritte. Un uomo che credeva di descrivere il paradosso della notte in contemporanea con il giorno e, per come vedo questo quadro, ha dipinto l’ora che tutti i fotografi amano, l’ora “BLU”. Quella in cui il cielo non è più illuminato dal sole e le luci si accendono, ma l’atmosfera è chiara e l’orizzonte illuminato. Vale la pena girovagare tra le stanze e il giardino della casa di quesa collezionista, se non altro per apprezzare la cura che la città ha avuto nel gestire i pezzi d’arte e l’edificio che li contiene.

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Ma dopo essersi persi per la città, aver visitato palazzo ducale, la torre dell’orologio, magari aver visto San Giorgio, Rialto e il mercato ai suoi piedi, il campanile di san Marco e rimandiamo ad un’altra giornata la visita alle isole principali, perché fermarsi a Venezia dopo il tramonto?

Perché la città si trasforma. I turisti di giornata tornano a casa. Negli hotel la gente cena, si riposa, ripiega le mappe della città con cura e toglie i sandali dai piedi gonfi.

Escono i veneziani, bevono aperitivi, tornano dal lavoro, scaricano le imbarcazioni, popolano le calli prima deserte, appendono il bucato ai fili con le carrucole, preparano la cena ai figli e ai numerosi gatti che girano per i sestieri.

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Ma la magìa più grande avviene dopo mezzanotte. Se si ha la fortuna di esserci.

Tutto chiude. Non rimane aperto nemmeno un bar per usare i servizi o bere un caffè, tranne qualche locale notturno in alcune zone.

La trasformazione è totale. Un posto che poche ore prima ospitava migliaia di persone ora è completamente vuoto.

Dove il vociare di turisti, bambini, comitive riempiva l’aria, ora soltanto il suono dei propri passi ci distrae dal silenzio.

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n piazza San Marco, solo Qualche coppietta passeggia tra i tavolini vuoti e le sedie raccolte.

Forse qualche artista sui ponti più belli cerca di mettere su tela i riflessi delle luci.
Anche il fotografo ci prova.

 

Tempi lunghi, cavalletto, diaframma stretto per far brillare quei caratteristici lampioni rosa

 

 

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Il passaggio delle poche persone ancora rimaste viene registrato per la loro vera essenza: dei fantasmi silenziosi.

Tra i banchi del mercato del pesce qualche bestiola sale dal canale per cercare i resti. Tra qualche ora di nuovo le barche scaricheranno il pescato e allestiranno nuovi servizi per le orde di turisti che ammireranno a bocca aperta e compattina alla mano questi splendidi angoli del nostro passato.

Ma questa è ancora un’altra storia.

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